Una delegazione del nostro Liceo, Alina, Giuseppe, Emanuela
e Luigi accompagnati da Fratel Stefano ha preso parte agli Stati
Generali dell’Antimafia che si sono svolti a Roma dal 23 al 26 ottobre, promossi da Libera.
Riportiamo di seguito l'esperienza di uno dei partecipanti.
"Quando siamo arrivati, leggermente stupiti dell’arrivo
dell’inverno e con la paura di essere ‘i più piccoli’, la prima cosa che ci è
balzata agli occhi sono state le telecamere di sky tg 24 e ‘il palazzoni’ che richiamavano le vele di Scampia.
Eravamo a Corviale, a Roma, come poteva esserci un posto
così degradato lì? Eravamo fuori dalla Campania! Eppure, ogni città ha le sue
periferie.
La conferenza d’apertura si sarebbe tenuta a mezzogiorno,
per cui ci avviammo verso quello che doveva essere il ‘punto d’inizio del
percorso’ muovendoci tra polizia e giornalisti.
Quando si parla di mafia, si rischia di cadere nel retorico,
si rischia di risultare ripetitivi…ma soprattutto si rischia di innescare,
nella mente di chi ascolta la frase: ‘dimmi qualcosa che io non sappia gia’.
Un lieve brusio accompagna il discorso dei primi tre membri
della commissione (tra cui il presidente di calcio sociale), si affievolisce
quando parla Cantone si interrompe quando Don Ciotti impugna il microfono.
Articolo apparso su Abbì Abbè |
Quando arriva la fine del suo discorso, i bambini di Corviale
gli consegnano una lettera (nella quale in quattro righe riescono a far
emergere tutto il loro sgomento davanti a quella che dovrebbe essere la ‘loro
casa’).
Restammo ad ascoltare
senza batter ciglio, vedendo alternarsi l’anima del sacerdote che
urlava:’siete meravigliosi!’ e l’anima dell’uomo che controbatteva: ‘la mafia
c’è. E’ una realtà e dobbiamo affrontarla’.
Ore 15:00. ci aspettano due ore e mezza di seminario.
la tematica del seminario che ci aspettava era: ‘una domanda
di verità e giustizia’ ed era presieduto da due legali di libera, il presidente
dell’associazione ‘amuninni’ e un familiare
di una vittima della camorra che hanno parlato rispettivamente di due processo
in cui libera si è costituita parte civile, delle dinamiche della mafia a
Palermo e dell’uccisione di un uomo a foggia da parte della ‘ndragheta.
Le parole ci giungevano inizialmente distanti, che
c’entravamo noi con il processo minotauro, con amuninni e con quell’omicidio?
Quelle storie erano per noi il pane quotidiano, cosa c’era
di diverso?
Sarà che eravamo fuori
le mura di scuola, sarà che quei volti erano a noi sconosciuti ma le
loro parole, i loro sguardi, i loro sorrisi ci giunsero in modo diverso.
Quelle storie anche se simili ad altre già sentite arrivarono
in modo amplificato: erano paradossalmente diverse, erano cose che non sapevamo,
realtà a noi estranee.
Alle 18:00 il viaggio di ritorno, chiacchierando in macchina
cresce in noi il desiderio di un impegno maggiore, per il nostro futuro."
Alina – studente Liceo Scientifico Maristi