Una ragazza di 25 anni, con i suoi sogni e le sue speranze, viene uccisa a Giugliano, il 17 dicembre 1980, vittima innocente di una "guerra" che non le apparteneva.
Filomena Morlando, "Mena", stava facendo rientro a casa, dopo essersi recata in lavanderia, quando, all'altezza della Chiesa di S. Anna, viene coinvolta in un conflitto a fuoco di matrice camorristica.
Mena non avrà il tempo di scappare, di fuggire quei colpi. Francesco Bidognetti, boss attualmente al 41 bis nel carcere di Parma, era, in quel tempo, in soggiorno obbligato a Giugliano; alcuni sicari di un altro gruppo camorristico, della fazione avversa, si precipitarono contro di lui, che si trovava disgraziatamente nei pressi della Chiesa di S. Anna. Tanti spari, come botti di Natale.
Ma a morire, per una pallottola non destinata a lei, proprio la ragazza, la giovane insegnante "colpevole" di essere uscita di casa – come è nel diritto di ciascuno di noi – per portare a termine una commissione per conto della madre.
Chi ha ucciso Mena Morlando è stata la camorra, perché a Giugliano la camorra c'è sempre stata e c'è tuttora, dimorando ovunque; ad uccidere Mena è stata l'omertà e l'indifferenza, di chi ha preferito ripararsi dietro porte e finestre, chiudendosi nel silenzio ben oltre, quel 17 dicembre 1980.
Francesco Bidognetti - proprio il camorrista che si è fatto scudo di Mena, per evitare quella morte cui era destinato - sarà indagato per disastro ambientale, dai magistrati della Dda di Napoli. Il "boss" è accusato di aver smaltito illecitamente, con la sua società (la "Ecologia 89"), più di 800 mila tonnellate di rifiuti tossici, tra gli anni '80 e la metà dei '90, provenienti questi dalle aziende del nord, nelle discariche del giuglianese, in località Scafarea.
Unitamente alla complicità e connivenza di chi avrebbe dovuto vigilare ed impedire il massacro del territorio, ha destinato al cancro ed alla morte tanti, tra bambini, donne, uomini, animali e vegetazione, su questa terra.
Come possiamo, oggi, non schierarci apertamente contro la camorra che distrugge i nostri territori?
Come possiamo dimenticare il dolore delle famiglie ed il sacrificio di Mena, del dott. Antonio de Rosa, di Giuliano Pennacchio, caduti vittime innocenti, nella nostra Giugliano, terza città della Campania?
Riflettiamo, sulle nostre azioni. Traduciamo in Impegno, le nostre idee e la nostra indignazione.
Siamo chiamati a scegliere, quotidianamente. il nostro è un SI ALLA VITA contro ogni forma di criminalità.
Presidio di Libera Giugliano