Ci siamo ritrovati a Roma, docenti e responsabili maristi, per approfondire il carisma di Marcellino: uomo pratico, radicato nella realtà del suo tempo, comprende che la povertà culturale e spirituale è il più grande male in cui un giovane possa incappare.
Marcellino propone un ideale di vita folle, in tempi di pedagogia del rigore affermava che per educare i ragazzi bisognava amarli e raccomandava ai suoi Fratelli "i più bisognosi", coloro che non avevano niente e nessuno, coloro che non sapevano dove andare.
Oggi, come allora, essere docenti è sfida ardua, ancor di più essere docenti Maristi.
"I più bisognosi" restano ancora i ragazzi, coloro che oggi pur avendo tutto in realtà non hanno niente e forse neanche nessuno in cui trovare un riferimento certo e sicuro.
Per noi maristi educare è farsi carico di accompagnare i ragazzi a raggiungere l'ideale di umanità che ci è stata proposta: per noi il punto di riferimento è Gesù, uomo vero. Il suo modo di vivere, di rapportarsi a Dio e agli altri, il suo modo di pregare e di amare, è modello a cui guardare e allo stesso tempo è sorgente di grazia, di ispirazione e di forza che consente il cammino.
Marcellino, personaggio brillante quanto lungimirante, aveva compreso come l'istruzione fornisse gli strumenti per capire la realtà e interagire con essa, per comprendere la propria umanità, nel suo senso e nei suoi valori, offrendo parole per narrare la propria vita, metterla in comunicazione con altri, renderla disponibile al confronto e quindi al suo affinamento e al suo arricchimento.
Marcellino vedeva nel giovane colui che costruisce sé stesso insieme al maestro e nel maestro vedeva colui che accompagnava.
Alla luce di tutto ciò, sotto lo sguardo della Buona Madre, noi docenti cerchiamo di camminare per realizzare ancora oggi il sogno di Marcellino.
(Gesualdo, Giusy, Elena, Lia, Gianluca, Francesca)