Venerdì 23 febbraio gli alunni del III liceo hanno svolto, con ottimi
risultati, un cooperative learning dal titolo “Cesare deve morire”. Si è trattato di una attività
interdisciplinare che, partendo dalla letteratura latina per quel che riguarda
il contesto storico e gli autori di riferimento, ha coinvolto anche l’Italiano per
la fase di riscrittura, la Letteratura inglese con il grande W. Shakespeare e…
il teatro.
Si è trattato di un vero e proprio laboratorio teatrale durante il
quale gli alunni hanno potuto mettere alla prova, divertendosi, le loro
capacità di lavorare in autonomia ma soprattutto in gruppo, rafforzando così la
loro intesa.
La prima fase del cooperative learning ha
riguardato la visione del film “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, che
ambienta la tragedia di Shakespeare – Giulio
Cesare - ai giorni nostri, nel carcere di Rebibbia e i cui attori sono veri
e propri detenuti. Gli alunni sono rimasti stupiti nel vedere recitare persone «normali», «reali»
(così le hanno definite) nel proprio dialetto d’origine e in un contesto «difficile»,
cosa che li ha fatti molto riflettere sul proprio contesto di appartenenza e
sui propri obiettivi di vita… così, ormai appassionatasi, sono passati alla
seconda fase del cooperative: la lettura dell’intera opera shakesperiana.
I momenti più difficili hanno riguardato proprio le ore dedicate alla
lettura del testo, la suddivisione degli atti e la divisione in autonomia in
gruppi: ogni alunno aveva il compito di leggere una battuta del dramma, seguita
da un’approfondita analisi, così da focalizzare i concetti chiave e le
ambientazioni tipiche dell’età della Roma imperiale.
In totale autonomia e a casa, i gruppi hanno svolto la fase centrale
del cooperative, la riscrittura del proprio atto, ognuno in un dialetto diverso
(dialetto napoletano, dialetto romano, dialetto siciliano, dialetto fiorentino)
per soffermarsi sui principali tratti linguistici di essi, limando le scene e
le battute e adattandole al contesto teatrale.
Si è giunti così, alla fase di rappresentazione, tutti insieme, in un
clima collaborativo e di condivisione. Gli alunni, seguendo l’ordine degli
atti, si sono “esibiti”, portando in scena le battute da essi modificate e
riscritte. Hanno preparato le scenografie, scelto le musiche, i costumi, hanno
realizzato powerpoint, ognuno seguendo la propria creatività, rispettando il
senso primario di tutto ciò (e ultima battuta del documentario dei Fratelli
Taviani) e cioè che «L’arte – e la cultura – rende liberi!».
Soddisfatti dei risultati
raggiunti ed entusiasti del lavoro svolto, gli alunni hanno riflettuto su
quanto imparato: quanto sia importante l’arte e quanto l’impegno e il duro
lavoro ripaghino sempre gli sforzi fatti.