Una serata densa quella con Paolo Curtaz, fatta di ricche riflessioni che ognuno di noi lì presente ha sentito proprie…
Bartimeo è il personaggio del Vangelo di Marco che abbiamo conosciuto: Gesù lo incontra sulla strada che da Gerico sale verso Gerusalemme.
Bartimeo era seduto su quella strada, povero, solo con la sua cecità giudicata dagli altri come giusta punizione per i suoi peccati. Il giudizio degli altri pesava su di lui quanto la sua stessa cecità, egli vive solo, siede ai margini e se Dio c'è non è per lui. Egli elemosina, mendica, aspetta tutto dagli altri.
Ciascuno di noi è quel Bartimeo, come lui aspettiamo qualcosa, come lui siamo mendicanti di pace, di felicità, del senso della vita, cerchiamo la Luce che guarisca le nostre cecità, che rischiari il buio nel quale siamo immersi… Bartimeo rappresenta l'umanità intera, Bartimeo è ognuno di noi!
Ma egli sente Gesù che passa e comincia a gridare: Gesù, abbi pietà di me.
Bartimeo non chiede a Gesù di vedere, ma gli chiede pietà, gli chiede compassione, chiede che qualcuno lo consideri. La folla lo rimprovera, gli dice di stare zitto, ma egli urla ancora più forte. Gesù si ferma. Sì, si ferma e guarda la sua vita, guarda la nostra vita e ci chiama.
La folla, la gente tutta che disprezzava quel cieco diviene ora tramite e volgendosi a Bartimeo gli dice Coraggio. Alzati. Ti chiama.
Gesù ci chiama! Come Bartimeo gettiamo via il mantello, i nostri pesi, e con un balzo andiamo da Lui. -Cosa vuoi che io faccia per te? – Signore, che io veda!-
Il suo grido è il nostro grido, la sua cecità è la nostra tenebra, la sua preghiera la nostra richiesta: Signore fa che io possa vedere perché lo voglio!
Bartimeo subito riacquista la vista e incomincia a seguirlo. Come Bartimeo alziamoci e iniziamo a seguire Cristo sul suo cammino senza aver paura, ma con coraggio perché è Lui che ci chiama!
Grazie Paolo per aver condiviso con noi.