20 MAGGIO 1789 – 20 MAGGIO 2014
Una guerra, un uomo e tre donne
contribuirono a plasmarlo. Marcellino Champagnat, nono di dieci figli, nacque
nella frazione di Le Rosey di Marlhes (Lo ira) in Francia, il 20 maggio 1789.
Dopo poche settimane, una rivoluzione scoppiò nel paese. La Bastiglia, la
famigerata prigione parigina, fu assalita dalla folla a metà luglio. La
liberazione dei suoi sette prigionieri, benché di natura piuttosto simbolica,
suggerì ai francesi della fine del diciottesimo secolo che il loro mondo stava
per cambiare.
Gianbattista
Champagnat, il padre del futuro santo, era fra i proprietari terrieri più
agiati della zona e uomo con una certa istruzione. Dapprima accolse con favore
la rivolta del 1789, sia per i suoi ideali, sia per quello che si aspettava di
guadagnare da un suo successo. Col passare del tempo, tuttavia, risultò chiaro
che il suo entusiasmo per la rivoluzione si era raffreddato, e ne aveva
rigettato gli eccessi, che erano tanti: la decapitazione del Re, una pesante
politica di coscrizione militare, gli ordini di dare la caccia ai preti
"refrattari" ed ai soldati disertori...
Durante il periodo rivoluzionario,
il padre di Marcellino occupò diversi incarichi importanti nel governo del
paese di Marlhes e si distinse come persona piena di pazienza, di moderazione e
politicamente abile. Nella sua zona nessuno venne ucciso, nessuno fu arrestato,
la chiesa del paese non fu né bruciata né venduta. Come pensatore,
rivoluzionario, impiegato dello stato, commerciante e agricoltore, quali doni
Gianbattista trasmise al figlio? Il discernimento, la compassione verso gli
altri, la diplomazia, un fiuto per gli affari e le abilità del lavoratore.
Che dire poi delle donne che hanno
ispirato Marcellino?
Maria Teresa Chirat, la madre, fu
la prima. Una persona prudente e di carattere risoluto, sposò Gianbattista nel
1775. Contrassegnata da "assoluta integrità, fede genuina e amore per il
lavoro," questa donna infuse nel figlio i rudimenti della preghiera e i
primi germi della vocazione.
Luisa Champagnat fu la seconda
donna che incoraggiò Marcellino. Religiosa di san Giuseppe e sorella di
Gianbattista, fu cacciata dal convento dal nuovo governo e cercò rifugio nella
sua famiglia durante il periodo degli eccessi rivoluzionari. Luisa contribuì
alla prima formazione religiosa del bambino; è stata forse il primo modello per
lui di una vita dove la preghiera era unita al servizio per gli altri.
Infine c'era Maria, la Madre di
Gesù. Anche se è apparsa più tardi nella vita di Marcellino, è, senza dubbio
quella che avrebbe cambiato tutto. La devozione verso di Lei faceva parte del
ricco tessuto della fede presente nelle diocesi di Lione e di Le Puy. Con il
passare del tempo, Marcellino avrebbe messo Maria al centro della comunità di Fratelli
che avrebbe fondato. In armonia con la spiritualità del suo tempo e
particolarmente della regione attorno a Marlhes, la Madonna divenne per lui la
"Buona Madre", la sua "Risorsa Ordinaria".
Così, una guerra, un uomo e tre
donne furono all'inizio di tutto.
("Un cuore senza frontiere" Fr. Sean Sammon)