venerdì 6 aprile 2018

CYBERBULLISMO: impegniamoci tutti!


Carissimi genitori,

in questi ultimi tempi ci stiamo accorgendo sempre più quanto possa essere pericoloso l’uso incontrollato dei gruppi social su smartphone e computer. La scuola è venuta a conoscenza di casi di “bullismo digitale” che, noi come comunità educante, ci sentiamo di denunciare e condannare in modo risoluto e convinto. Per questo cogliamo l’occasione per ricordare a tutti i genitori di essere ancora più attenti all’utilizzo dei cellulari dei propri figli, anche perché i ragazzi non pensano e non immaginano minimamente quali gravi conseguenze (anche penali) possano avere certe condotte. 
Fatta questa premessa, per noi diventa urgente e necessario portare l’attenzione su questa questione, che riveste grande importanza per i vostri figli e i nostri alunni. 

La comunicazione verbale è sempre più fruita attraverso un canale che è la rete nelle sue varie forme (web, canali social, gruppi whatsApp, instagram, facebook, anonimato…). 

COMUNICARE è divenuto sinonimo di POSTARE, CONDIVIDERE, e purtroppo INSULTARE
La comunicazione ha perso così la sua connotazione originaria e autentica di scambio e ascolto vero, profondo e responsabile cedendo il posto a messaggi scambiati in gruppo, a volte in forma anonima, con un linguaggio offensivo e volgare. 
Il fenomeno social, che di social ha ben poco, conduce inverosimilmente a far sì che i vostri figli sebbene “connessi” siano isolati in una comunicazione virtuale, “disconnessi” dalla realtà che impone reciprocità, condivisione, crescita insieme all’altro in una relazione che è responsabilità di azioni e parole. 

L’aspetto della responsabilità personale è da fortificare o forse totalmente da costruire: all’interno del gruppo scompare la responsabilità individuale, ci si avverte senza freni e così si può dire tutto e in qualsiasi modo. 

I vostri figli si trovano in questa precisa situazione

I loro gruppi whatsApp, sebbene nati per scambiarsi informazioni relative a compiti scolastici, sono divenuti piazze virtuali in cui incontrarsi in qualsiasi momento della giornata e spesso fino a tarda sera e il più delle volte per fare battute, scherzare fino a prendere di mira qualche compagno insistentemente, attraverso lo scherno di cattivo gusto, la derisione, la presa in giro condivisa tra più gruppi e più persone. 

Forse il fenomeno bullismo o cyber bullismo, a forza dell’uso iterato del termine, ha perso il suo contenuto o forse è percepito come qualcosa che esiste, ma non ci riguarda così da vicino. 

Per questo vogliamo sottolineare che ogni qualvolta uno scherzo divenga insistente, fastidioso, denigratorio, offensivo perde il suo carattere scherzoso per divenire atto prepotente verso un altro, bullismo appunto, e se tale prepotenza è agita in gruppo attraverso un canale social è un atto di cyber bullismo. Tutto inizia sempre da uno scherzo, purtroppo! 

Alla responsabilità siete chiamati anche voi genitori

Educare i figli alla gentilezza è divenuto un atto rivoluzionario quanto mai raro. 

Educare i figli all’uso delle parole è trasmettere loro che le parole che scelgo raccontano la persona che sono

Educare i figli all’uso delle parole significa far intendere loro che le parole sono un ponte verso gli altri, per comprendere il mondo e farmi capire dal mondo. 

Educare i figli all’uso delle parole significa renderli consapevoli che le parole hanno conseguenze, è ciò che si dice è tanto importante quanto il come lo si dice

Educare i figli all’uso delle parole significa dire loro che gli insulti non sono argomenti e che condividere testi, immagini mi rende responsabile di ciò che accadrà. 

Educare i figli alla realtà significa che dico o scrivo ciò in cui credo e che ho il coraggio di sostenere di persona

Educare i figli significa che è necessario prendersi del tempo per pensare ciò che si vuol dire. 

Educare i figli comporta fatica, sacrificio, presenza


Chiediamo la vostra presenza a casa, il vostro sostegno genitoriale nel processo educativo nel quale la scuola è chiamata ad esserci, ma la sua azione è vana se non sostenuta dalla famiglia. 

Non è un’azione punitiva quella in cui crediamo, ma vogliamo realizzare una vera azione educativa che formi alla VITA, quella vera non virtuale, nella quale le PAROLE si scelgono con cura per INCONTRARE davvero gli altri. 

La Comunità Educante Marista