sabato 12 dicembre 2015

notizie da Aleppo: orgogliosi di essere MARISTI


Lettera da Aleppo N°24 (9 dicembre 2015)
Questa mattina, fa freddo ad Aleppo, un freddo quasi glaciale e noi non possiamo riscaldarci per mancanza di gasolio e per di più siamo senza elettricità da più di 50 giorni. Meno male che l'acqua, rigidamente razionata, è ritornata dopo un taglio di parecchie settimane e l'unica strada che collega la città al resto del mondo è stata riaperta dopo un blocco di 13 giorni.
Nel pomeriggio di ieri A.H. un bambino di 9 anni è venuto da noi. Ha impiegato più di un'ora per arrivare. È il decimo di una famiglia di 12 bambini. Voleva del pane. Sua mamma l'ha mandato perché sapeva che glielo avremmo dato. Non smetteva di ripetere: “Spero di non rimanere deluso”. E non lo sarà. Ritornerà a casa contento. Come lui, molti bambini vivono in una situazione precaria: freddo, fame, malattie, insicurezza…


Il 20 novembre, il mondo intero ha celebrato la giornata dei diritti del bambino. I bambini di Aleppo, come molti bambini del mondo, subiscono le atrocità della guerra nel momento in cui i grandi di questo mondo cercano i loro interessi. Che cosa dire? Che cosa fare? Come sostenere tanti e tanti bambini che vivono nella miseria? Come fare per portare a questi bambini un appoggio psichico, umano e spirituale per permettere loro di vivere serenamente la loro infanzia?
Abbiamo scelto di assicurare loro un'educazione di qualità, un'educazione secondo la migliore tradizione marista, un'educazione che, secondo il desiderio del nostro fondatore san Marcellino Champagnat, fa del bambino “Un buon cristiano ed un onesto cittadino".
Mentre parlo con una giovane volontaria molto attiva mi lancia una domanda: "Perché sto perdendo i migliori anni della mia vita? Perché non sono come tutti i giovani del mondo? Perché non ho il diritto di vivere in pienezza la mia gioventù? Questa è la volontà di Dio? Perché non risponde alle nostre preghiere ed alle nostre suppliche? Malgrado tutta la nostra fiducia in lui, non vediamo la fine di questo tunnel…".
Che risposta si può dare, a lei ed a tanti altri giovani che si pongono le stesse domande? Ascoltarli, sostenerli, cercare di balbettare delle parole di fiducia e di fede. Ma vi assicuro: Non è sempre facile!
I nostri giovani vivono nell’angoscia, cercano di partire, di lasciare questo inferno senza via d’uscita. I genitori vengono a chiedere consigli. Che cosa possiamo rispondere? Quale risposta dare quando il quadro diventa sempre più minaccioso e disperato. Nel cielo di Aleppo, come nel cielo di tutta la Siria, terra di pace e di civiltà, i grandi poteri si combattono con uomini di ogni razza e di ogni nazione, con armi, aerei…. Il nostro paese è diventato una terra ed un cielo di conflitti.
Anche i genitori sono preoccupati. Molti dei loro parenti o dei loro amici si sono trasferiti altrove, in un altro paese, in un'altra città siriana. Quale avvenire li aspetta?
Alcuni amici mi chiedono talvolta: “Tu, Fratello, perché vuoi rimanere, non hai voglia di lasciare, di partire, di andare a vivere in un'altra comunità, altrove, lontano da questa situazione drammatica?
La mia risposta è molto semplice:

Per noi Maristes Blu,
Vivere ad Aleppo, significa accettare il rischio di aspettare…
Aspettare la pace, aspettare il ritorno alla vita,
Aspettare la nascita della civiltà dell'amore…
In questo tempo di attesa, in questo tempo di Avvento, per noi, tutto ci ricorda un'attesa di 2000 anni fa.
Un'attesa piena di domande.
Un domani che non arriva.
Vogliamo rimanere insieme, fino alla fine".

È vero che molte famiglie del quartiere se ne vanno, vagano come la coppia ed il loro figlio di 2000 anni fa. Andavano sulle strade del mondo alla ricerca di un ipotetico paese dove si poteva vivere sicuri. Sul loro cammino, scoprono che la sola sicurezza che potevano vivere era la loro fede in Dio.
Al giovane che un giorno mi chiedeva: “Fratello, stiamo vivendo la fine dei tempi?”, gli ho risposto: “Spero che viviamo la fine dei tempi dell’odio, della paura…”.
Parlare di paura, vuol dire parlare di Aleppo o di qualsiasi altra città della Siria…
Parlare di paura vuol dire parlare di uomini e di donne che si alzano ogni mattina con l’angoscia nel cuore.
Abbiamo scelto di restare vicino al popolo siriano che soffre, per servirlo, per manifestargli l'amore di Dio, per essere testimoni di luce in un tempo di oscurità, per essere testimoni di pace in un tempo di violenza inaudita.
Le nostre attività continuano…
I Cesti alimentari sono distribuiti regolarmente ogni mese.
In occasioni delle feste (AL Adha e Natale), abbiamo distribuito e distribuiremo scarpe e vestiti a tutti gli adulti e a tutti i bambini delle famiglie di cui siamo incaricati.
Il nostro progetto goccia di latte continua. Consiste nel distribuire a tutti i bambini di meno di 10 anni del latte in polvere.
Rispondiamo positivamente ad ogni domanda di aiuto per una pigione. In questo momento il nostro progetto aiuta più di 100 famiglie che hanno dovuto lasciare il loro quartiere.
Con il nostro programma di aiuto medico, sosteniamo parecchi malati che sono venuti da noi per un trattamento medico o per operazioni chirurgiche.
Il progetto feriti di guerra continua a salvare la vita a parecchie persone ferite dagli scoppi dei mortai che cadono quotidianamente sui quartieri di Aleppo.
Il nostro centro di formazione, il M.I.T. sta ottenendo ottimi risultati tanto che abbiamo già organizzato un nuovo programma per i prossimi mesi.
I tre progetti educativi e di sviluppo: Voglio Apprendere, Imparare a Crescere e Skill School stanno concludendo le attività del primo trimestre. Rispondono davvero ai bisogni dei bambini o dei giovani adolescenti ed hanno raggiunto il numero massimo di partecipanti.

Voglio terminare la mia lettera con le parole dell'Abbé Pierre:

Continuerò a credere, anche se tutti perdono la speranza.
Continuerò ad amare, anche se gli altri distillano l'odio.
Continuerò a costruire, anche se gli altri distruggono.
Continuerò a parlare di pace, anche durante una guerra.
Continuerò ad illuminare, anche in mezzo all'oscurità.
Continuerò a seminare, anche se gli altri calpestano il raccolto.
E continuerò a gridare, anche se gli altri tacciono.
E dipingerò un sorriso sui volti in lacrime.
E porterò sollievo, quando scorgerò il dolore.
Ed offrirò motivi di gioia là dove c’è solo tristezza.
Inviterò colui che ha deciso di fermarsi a camminare …
E tenderò le braccia a coloro che si sentono esausti.
Abbé Pierre

Buon cammino verso Natale !
Con voi, anche noi scegliamo la vita
A nome dei Maristi Blu
Fr. Georges Sabe