Il gruppo Comunità - Gvx della nostra scuola recentemente è stato in visita nei luoghi dove Marcellino Champagnat, nostro fondatore, è nato, cresciuto, maturato i suoi sogni e l'idea della congregazione dei Fratelli Maristi. E' stata un'esperienza indimenticabile, unica, coronare un sogno per giovani ragazzi che fin da piccoli hanno sentito parlare e visto solo nelle foto questi luoghi.
qui le fotoEcco una testimonianza di uno dei partecipanti:
Descrivere cos'è stato questo campo, per me, posso considerarlo un'impresa; un'impresa perché è davvero difficile attraverso delle parole esprimere quelle che sono le emozioni del cuore. Un cuore che oggi batte più forte di prima, un cuore ringiovanito, leggero, felice, VIVO! Un cuore ricco di speranze e di sogni, lo stesso sogno che mosse un uomo tanti anni fa a scolpire nella roccia, a buttar giù una parte di montagna con un semplice piccone e costruirci un Hermitage. Un Hermitage... Un edificio, nulla più... Apparentemente una semplice costruzione fatta di mattoni, con all'interno stanze, oratori e cappelle in cui pregare. Un edificio. Come si può spiegare che quello non è solo un edificio? Come si può raccontare a chi non conosce il padre Campagnat che quell'edificio è tanto, tantissimo altro? Che è speranza, sogno, sacrificio, amore, casa? Che la serenità e la pace del cuore ti pervadono completamente al solo guardarlo? Che ti manca il respiro, si bagnano gli occhi e si purifica l'animo?
Questi cinque giorni hanno stravolto e sconvolto tutto il mio essere, hanno riempito un vuoto che mi trascinavo da anni, hanno sorpreso una mente che faceva fatica a meravigliarsi e l'hanno fatto con una semplicità che solo chi condivide il carisma Marista può assaporare a pieno una parola che a mettere in pratica tutto è al di fuori che semplice.
Camminare lungo i boschi che abbracciano l'Hermitage ha stancato le gambe, ma alleggerito cuore ed anima, condividere con qualcun altro le tue emozioni e i tuoi sentimenti, che difficilmente sei disposta a fare, ha fatto in modo di conoscere, ma soprattutto di conoscermi ed ascoltare quelle che sono le richieste, richieste vere della mia anima, della parte del mio corpo più profonda, alla quale ho voluto con gran serenità accontentare.
Uno dei momenti più 'struggenti' è stato toccare il tavolo, quel tavolo dove il padre e fondatore Champagnat condivideva i pasti con i fratelli. Per molti anni ho visto foto e ascoltato storie riguardo quel tavolo, ma mai avrei creduto che quel pezzo di legno e l'odore di cui era circondato potesse stravolgere in modo così violento, così presuntuoso, senza chiedere nemmeno permesso alla mia razionalità, i miei sentimenti, il mio spirito e il mio respiro.
Entrare nella camera della sua infanzia, inginocchiarsi e pregare nella Chiesa dov'è stato battezzato, rinnovare le promesse battesimali, prendere l'Eucarestia nello stesso luogo dove è diventato sacerdote ha fatto di me, o almeno è quello che ho sentito, una persona diversa, nuova, una persona che ha accolto completamente e incondizionatamente quello che era il suo sogno di avere nuovi fratelli: affinché non esistesse nessun ragazzo che non conoscesse Dio e l'Amore che Egli provi per lui. E oggi io dico "Eccomi Marcellino! Seguirò te, proprio come fratel Francesco, Luigi, Silvestro e tantissimi altri, accolgo la tua richiesta disperata: c'è bisogno di fratelli! Libero il mio sì! Eccomi, che con uno spirito nuovo e con il tuo stesso amore, mi lascio guidare da te e dalla nostra buona Madre. Conta pure su di me.
(Francesca Capuano 20 anni)