mercoledì 30 ottobre 2013

una LETTERA per RIFLETTERE

Pubblichiamo una lettera che è comparsa sul Corriere della Sera e che ci aiuta a riflettere. 

Caro Severgnini, leggo l’ennesima lettera sul degrado della scuola e, da relativamente giovane insegnante, mi sento punta sul vivo. Dopo alcuni anni di insegnamento al liceo, frequentato dai più motivati, dopo la riforma Gelmini mi sono trovata ad insegnare alle scuole medie. Partiamo dal merito e dalle competenze: mi pare che laurea, specializzazione e master vari siano una certa garanzia, ma non è questo il punto dolente. Il problema degli insegnanti è simile a quello del ct della nazionale: tutti pensano di saperlo fare meglio di chi lo sta facendo. Spesso ci troviamo di fronte non solo giovani virgulti avidi di sapere, ma anche ragazzini che non sanno nemmeno stare seduti e che non sono supportati da famiglie che hanno gli strumenti per educarli. Parlo di concetti anche semplici, come capire il rapporto causa-effetto, che sarà utile per studiare Carlo Magno, ma anche per capire che se mi butto da un cornicione rischio di ferirmi seriamente (questa pare sia l’ultima moda fra gli adolescenti). Oltre a famiglie in grave difficoltà educativa, si aggiunge anche una normativa che tende a convogliare tutte le risorse verso chi è in difficoltà, costringendo i docenti a sforzi enormi per mantenere un certo equilibrio fra ragazzi con situazioni diverse e diverse capacità. Non nego che esistano docenti impreparati e poco motivati, ma confesso di averne incontrati pochi, sia da studentessa sia da insegnante. La maggior parte di noi cerca di fare meglio che può, tenendo conto della “materia prima” che ha davanti. Non dimentichiamo che i ragazzini che sono oggi a scuola sono i figli di quelle generazioni che hanno prodotto i risultati sconfortanti dell’analisi dell’OCSE. E’ un’impresa titanica far comprendere a un ragazzino di dodici anni l’etica dell’Iliade quando a casa non ha nemmeno un libro. E’ uno sforzo immane far apprezzare la disciplina e la fatica dello studio che portano alla bellezza della conoscenza, quando passa il messaggio che conta solo essere belli, ricchi e sfaticati. (Erica P. Corriere della Sera).