Entrare in noi stessi….
Il desiderio che avvertiamo di essere accolti, desiderati, amati è qualcosa che ci spinge a cercare fuori di noi l'appagamento a questo atavico bisogno.
Le paure, le angosce, le ferite del cuore ci portano lontano dai noi stessi fino a farci perdere di vista.
Dimentichiamo chi siamo, cominciamo a disperderci e con noi disperdiamo tutto il bello che possediamo ed ecco che è necessario, prima di tutto, cercarci, ritrovarci, riscoprirci, entrando in noi, nel profondo lì dove ci sono le nostre brutture, ma anche i doni più belli. E' paradossalmente un cammino in discesa, dove la discesa non ha un'accezione negativa, ma si scende per risalire, per ascendere poi verso la parte più alta dell'Io. Rientriamo nel nostro "cuore", facciamo esperienza di noi stessi, e il SILENZIO che ci pervade dischiuderà la stanza dell'Incontro: è qui che Dio ci abita, che dimora… Sperimentiamo di essere davvero Suo Tempio, Suo Tabernacolo, Suo Altare!
Qui Lui ci attende per parlare al cuore, per lenire le nostre ferite, per amarci… Al Suo cospetto, sospesi tra il silenzio e la parola, abitati da Lui, Lo ascoltiamo e invochiamo la Sua Grazia per essere con la vita Sua amabile e discreta presenza... ed è solo così che abbiamo ritrovato noi stessi.
riflessioni di una partecipante al corso di formazione per operatori di pastorale Marista sull'interiorità.