mercoledì 26 febbraio 2014

fratel Joseph: un saluto dall'Africa

Pubblichiamo la lettera che Fratel Joseph ha inviato dall'Africa. Una bella testimonianza di VITA. Ci sentiamo tutti parte di una grande Famiglia Marista che abbraccia tutto il mondo

Tantissimi e affettuosi saluti!
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La nostra casa è sulla ripa del lago Vittoria. Un luogo molto vitale, non soltanto per il suo pesce, ma soprattutto per la sua acqua. È la sola acqua che utilizziamo per tutto. Ma, bisogna purificarla con il fuoco e il filtro prima di berla, se non quella della pioggia è migliore quando ce n’è. I ragazzi vanno ogni sabato al lago per bagnarsi e lavare i loro vestiti. Così fa tutta la popolazione attorno al lago. Quelli che stano lontano utilizzano gli asini per trasportare l’acqua a casa.
La scuola è mista con un totale di 476 alunni di cui 246 sono in pensione completa (tornano a casa solo durante le vacanze). La scuola è tra le migliori performanti nella regione e raccoglie i scolari da varie zone del paese e della Tanzania (per un numero ridotto comunque). La durata della scolarità primaria è di otto anni sanzionata con l’esame nazionale e un certificato per l’idoneità a perseguire nella scuola secondaria.
Siamo 4 fratelli nella comunità, due keniani, un tedesco ed io. La casa della comunità è costruita in mezzo al bosco, un luogo quasi naturale, dove pullulano numerose varietà d’insetti, di rettili, di uccelli, … La mia prima settimana è stata un incubo. Le mie giornate e notte le passavo a pulire e a cacciare insetti e rettili in camera e attorno. Finalmente, ho smesso perché non si può niente altro che imparare a convivere in un tale complesso ecosistema prodigiosamente prolifico. Prima ti spaventi, dopo ti abitui, in fine non ci pensi neanche. Che lo voglia o non, qua si diventa San Francisco.
Il clima mi sta molto bene. Piova o non piova, giorno o notte, le temperature sono quasi regolari, tra 23 e 28°c, più caldo che freddo ma senza darti fastidio.
Come lo dicevo sopra, la scuola è molto apprezzata per la sue perfomance scolastiche attestate dai risultati a livello nazionale. Come ho trovato gli alunni nella loro vita quotidiana?
Prima di tutto, non hai bisogno di molto tempo per accorgersi che sono alunni molto ricettivi, affettuosi, attenti e totalmente responsabili. Fanno tutto da adulti: pulizia dei locali e uffici, preparazione della liturgia dominicale (coro, canti, letture, fiori …), tutto da soli, con orario bene rispettato, senza nessuno che corre dietro di loro. Comunque, c’è sempre una vigilanza preventiva soffice.

Quando sono entrato in classe per la prima volta, era la prima ora; allora che stavo  per iniziare la preghiera d’inizio della giornata, sentì d’incognito una sola forte voce di tante persone che mi fecce un colpo. Subito capì che i ragazzi iniziavano un canto, un canto tanto meraviglioso che alla fine fui tentato  di chiedergli di ripeterlo. Quando ebbero finito, gli chiesi: “Che segue?” La risposta è carina : “Cantavamo per accoglierti, segue la preghiera e la lezione”. Che emozione! Non ve lo posso contare! Per la classe successiva, ero già preparato a quello che poteva succedere e che è successo. Un melodioso canto di accoglienza prima di dirmi : “Good morning Brother”, e aspettare che risponda al saluto e dica “Sit down please”.
Quello che ti colpisce fino al cuore quando viene a conoscergli un po’ da vicino è lo scarto tra la loro condizione di povertà per la maggiore parte di loro e la finezza del loro comportamento sociale molto curato, corretto e intelligente. Infatti, non abbiamo soltanto i poveri, ce ne sono anche tanti orfani (padre, madre o tutti due morti da Aids) che non ti lasciano indovinare le loro sofferenze, una miseria che non puoi conoscere se non vive con loro perché troverai tutti questi ragazzi e ragazze sempre affettuosi,  cantanti , allegri con gli altri, con tutti.
Ho ricominciato a fare la classe con un carico orario di 12 ore di francese in 4 classi di 5° e 6° per un totale di 160 alunni. Sto anche tentando di creare  un gruppo di preghiera per volontari senza distinzione di culto. Più d’una quarantina ha risposto positivamente per il primo incontro su 90 invitati e sono stati molto felici con l’esperienza. Il tema era “Our Lord has redeemed us with the cross”. Sono stato sorpreso da quanto erano capaci di condividere la preghiera a partire dal vangelo e dalla loro vita quotidiana. Dopo la preghiera, alcuni sono rimasti inginocchiati davanti al tabernacolo. Ho dovuto spiegarli che era una atto di carità molto bello di arrivare in tempo alla cena per condividere con gli altri come venivamo di condividere la preghiera.
In margine di queste mie principali impegni ed altri informali, mi dedico a curare il mio piccolo angolo di giardino d’insalata che ho creato per il mio hobby. È tanto cresciuta che la comunità non può consumare tutta. Peccato che si sta rovinando e che non possiamo neanche offrirla alla gente:  qua è strano mangiare l’erba non cotta.
Cari fratelli, Ce n’è tanto da raccontare, ma vi posso lasciare andare rispondere a tante chiamate che vi aspettano.
Fino adesso, mi sento insomma molto bene vivendo tra ricordi di voi, dell’Italia e le nuove esperienze di vita tanto eccitanti. Felicemente, non ho ancora ricevuto il battesimo di malaria, mi sento al contrario più leggero (ho perso 5 kili) e ringiovanito fisicamente e mentalmente. Thank God!
Vi saluto calorosamente fratelli miei e vi prego di trasmettere i miei saluti ai nostri  cari fratelli e sorelle della Fraternità e a tutti quanti della comunità scolastica.

Con tutto il mio affetto e la mia nostalgia di rivedervi. 

Fr. Joseph